In questo articolo, Daniele Bernardi spiega i motivi per cui le predizioni di PlanB non sono poi così accurate e il perché per il prezzo del Bitcoin non sarà possibile aumentare di 10 volte dopo ogni halving.
Negli ultimi due anni è diventato molto famoso il modello Stock to Flow proposto da PlanB, un quantitativo che sul sito planbtc.com ha pubblicato il modello e la previsione che il Bitcoin possa raggiungere la capitalizzazione di 100 Trillion dollar.
Ovviamente l’industria delle crypto, compreso il sottoscritto, è rimasto affascinato dalla logica del modello e ancora di più dall’idea che potesse raggiungere e superare i 100.000 USD già nel 2021.
Di fatto il modello Stock to Flow ipotizza che ci sia una relazione tra la quantità di un metallo prezioso che viene estratto ogni anno (Flow) e la quantità già estratta in precedenza (Stock).
Per esempio l’oro che viene estratto ogni anno è poco meno del 2% dell’oro in circolazione (posseduto dalle banche centrali e dai privati).
Di fatto ci vogliono oltre 50 anni al ritmo odierno di estrazione per raddoppiare lo stock in circolazione, rendendo di fatto l’oro un bene scarso.
PlanB ipotizza che il Bitcoin, considerato da molti l’oro digitale, possa seguire questa relazione tra quantità in circolazione e quantità estratta nell’anno, e propone un piano cartesiano (con asse logaritmico sia nell’asse delle X che Y) dove la crescita del Bitcoin nel tempo segue una crescita descrivibile da una retta di regressione (con formula di legge di potenza).
Figura 1: Evoluzione del Bitcoin in base al rapporto Stock to Flow (SF) nel tempo.
I salti che si trovano ogni quattro anni circa, sono dovuti all’halving, ovvero al dimezzamento della remunerazione prevista per ogni blocco minato.
Di fatto il protocollo di Bitcoin prevede che ogni 210.000 blocchi avvenga un dimezzamento del numero di Bitcoin assegnati ad ogni blocco al miner che vince la prova criptografica.
Probabilmente Statoshi Nakamoto quando ha pensato al fenomeno dell’halving lo aveva fatto per ipotizzare un raddoppio del prezzo ogni quattro anni, mentre PlanB ha dimostrato che nei primi 10 anni di storia il Bitcoin si è mosso attorno ad una funzione esponenziale, che quindi significa che ad ogni halving il prezzo decuplica, invece che raddoppia.
Con questo articolo voglio evidenziare tre motivi per cui la previsione di PlanB non è accurata e non possiamo aspettarci che ad ogni halving il prezzo faccia 10x negli anni sucessivi.
PRIMO MOTIVO
Il primo motivo è il seguente: Possiamo veramente ipotizzare che il bitcoin possa raggiungere 1 miliardo di valore attorno al 2039?
Figura 2: Evoluzione del prezzo del Bitcoin e della previsione basata sullo Stock2Flow.
Un miliardo per bitcoin significherebbe che la capitalizzazione sarebbe di circa 20.000 Trillioni di dollari, “solo” 130 volte il valore attuale dei mercati azionari.
Per non parlare degli anni seguenti il cui valore secondo tale modello sarebbe destinato a decuplicare.
Ovviamente è impensabile, anche e soprattutto per i prossimi due punti.
SECONDO MOTIVO
Il secondo motivo è che il modello non tiene conto della domanda, ma solo della scarsità, e il Bitcoin ormai non è più il solo crypto assets in circolazione e la sua dominance sta calando per via dei numerosi progetti emergenti che inevitabilmente tolgono attenzione (e investimenti) all’oro digitale.
Infatti, è proprio il non considerare l’effetto derivante dalla domanda che rende non completo il modello stock to flow; un bene scarso ha valore se le persone vogliono acquistarlo, perché un quadro di un artista sconosciuto, seppure bello e seppure appartenente ad una collezione di pochi quadri, non vale nulla se non c’è un interesse derivante da qualcuno che vuole averlo.
Ne ho parlato in questo articolo: https://cryptomasterclass.net/crypto/index.php/previsione-del-prezzo-del-bitcoin-utilizzando-modelli-quantitativi-parte-3-il-tasso-di-adozione/ dove propongo un modello di previsione del Bitcoin basato sulla domanda invece che sulla scarsità.
Secondo questo modello, affinché il Bitcoin arrivasse a valere un Billion, ci vorrebbero circa 4 trilioni di wallets in circolazione, abbastanza impensabile come scenario.
TERZO MOTIVO
Il terzo motivo è derivante dalla costruzione stesso dello stock to flow.
Se invece di fare la regressione dall’inizio ad oggi, ipotizzassimo di averlo fatto alla fine di ogni periodo precedente l’halving, la regressione sarebbe stata sempre diversa, come dimostrato dal breve video.
Se avessimo calcolato lo stock to flow alla fine del primo halving, le previsioni sarebbero state di raggiungere la capitalizzazione dei diamanti di tutto il mondo già a settembre 2016, mentre alla fine del secondo halving ad agosto 2016 la retta di regressione indicava che la capitalizzazione del Bitcoin avrebbe raggiunto la capitalizzazione dell’oro proprio nel 2021, mentre siamo ancora ad un decimo del percorso.
Quindi il percorso del Bitcoin nel piano cartesiano a doppio asse logaritmico, proposto da PlanB, molto probabilmente non si può considerare una retta, ma una curva (con una descrizione matematica ancora da studiare) che tende ad appiattirsi nel tempo, invalidando di fatto la previsione troppo ottimistica del modello Stock to Flow proposta da PlanB.
Per queste tre ragioni il modello Stock to Flow non è credibile nel lungo termine.
Meglio una doccia fredda adesso che una amara delusione tra qualche anno.
Daniele Bernardi – CEO Diaman Capital Ltd